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Test invecchiamento accelerato sui tubi

Test invecchiamento accelerato sui tubi

I test invecchiamento accelerato sui tubi sono un gruppo di prove estremamente utili per la progettazione, il collaudo e la produzione di un qualsiasi manufatto dalle qualità elevate.

Questi test consentono infatti di determinare la vita utile del prodotto, ricreando in laboratorio il degrado e l’usura (lesioni, scagliature, formazione di crepe, disgregazioni, ruggine) subiti nel tempo per azione di agenti esterni (condizioni meteorologiche: pioggia battente, vento, cicli di gelo e disgelo, umidità; agenti chimici) o in relazione a proprietà fisiche del tubo stesso.

Esaminare il comportamento di un materiale entro uno specifico arco temporale e in un determinato ambiente, è una delle sfide più impegnative nel campo della scienza dei materiali. Soprattutto quando si tratta di un settore ampio e diversificato come quello della produzione di tubi.

Varietà di  condizioni ambientali

Innanzitutto, i tubi possono essere utilizzati nelle condizioni ambientali le più diverse. Li troviamo all’interno dei motori per l’emissione di benzina o dei gas di scarico e, per questo motivo, esposti all’azione corrosiva di svariati agenti chimici.
In altri casi, vengono sommersi per il prelievo dell’acqua dal sottosuolo dove, a causa delle pressioni piuttosto elevate e dell’ossidazione favorita dall’acqua in falda (sempre più aggressiva e ricca di residui chimici) possono subire usure incontrollate e rotture improvvise, causando perdite e danni di varia portata.

In molti altri casi tubi, tubazioni e raccordi corrono a cielo aperto (pensiamo ad esempio ai sistemi di scarico di acqua di superficie), subendo un’azione di usura incessante da parte degli agenti atmosferici: raggi UV, salsedine, umidità, pioggia battente, vento, ecc.

Per non parlare poi dell’utilizzo dei tubi a scopi medicali (pensiamo ai tubi di drenaggio) all’interno del corpo umano, le cui capacità prestazionali sono determinanti per preservare la salute umana.

Differenze strutturali

Al di là delle condizioni climatiche, un’altra variante da prendere in considerazione quando si parla di tubi è, sicuramente, il tipo di materiale impiegato e le loro proprietà fisiche.

In passato il materiale più utilizzato era l’acciaio, perchè particolarmente resistente e capace di sopportare carichi di pressione piuttosto elevati. L’acciaio però, è anche un materiale particolarmente soggetto alla formazione di ruggine per ossidazione. Per questo motivo, sempre più aziende hanno cominciato a impiegare dei materiali sostitutivi molto più validi, sia in termini economici che prestazionali. L’evoluzione tecnologica dei materiali ha consentito infatti di produrre tubi in polivinilcloruro (con buone caratteristiche meccaniche, anche se la resistenza al calore è limitata a 60°C nel caso del PVC-U) in polipropilene (caratterizzato da un’elevata resistenza al calore e da una buona resa prestazionale anche alle basse temperature), in silicone (i tubi in silicone vengono usati ad esempio negli impianti di mungitura per la loro elevata elasticità, flessibilità e capacità di resistere alle basse temperature) che hanno presto conosciuto un’ampia diffusione in ambiti di applicazione sempre più differenziati e sempre più vasti.

I tubi, infine, possono avere caratteristiche completamente diverse: possono essere rigidi (come le tubazioni in gres, cementizie e metalliche, principalmente acciaio e ghisa sferoidale) o flessibili (rientrano in questa categoria le condotte plastiche in PVC e polietilene); possono essere condotti di grandi dimensioni o, al contrario, essere spessi pochi micron e larghi pochi millimetri, tanto da parlare di nanotubi (in carbonio).

È evidente come, a fronte di una simile varietà di condizioni e combinazioni, conoscere le proprietà fisiche di un particolare tipo di tubo, considerare tutti gli agenti esterni che possono influenzare il suo ciclo di vita e valutare gli effetti del suo processo di invecchiamento è assolutamente fondamentale. Anche i tubi, infatti, sono soggetti al processo di invecchiamento e per questo motivo devono essere utilizzati solo per il lasso di tempo in cui mantengono le loro piene capacità. Di qui l’importanza di effettuare test invecchiamento accelerato sui tubi adeguati.

Test invecchiamento accelerato sui tubi: tipologie di prove

Le prove di invecchiamento materiali consentono di riprodurre in pochi giorni o settimane i danni che vengono provocati dai raggi ultravioletti, dalla pioggia e dalla rugiada in mesi o anni di esposizione.

Attraverso, infatti, l’impiego di camere di invecchiamento dotate di lampade allo Xenon o lampade fluorescenti a raggi UV, è possibile sottoporre i provini all’irraggiamento solare e, simultaneamente, controllare il livello di temperatura e di umidità interne. In questo modo si riescono a ricreare le più svariate condizioni ambientali ed avere risultati simili alle reali condizioni di impiego del tubo.

Test invecchiamento accelerato sui tubi: macchine e strumenti

Specializzata nella fornitura di macchine prova materiali, Amse Srl offre un’ampia gamma di macchine e soluzioni per l’esecuzione dei test invecchiamento accelerato sui tubi. In particolare:

Camere Xenon per prove d’invecchiamento accelerato

Le lampade ad arco di Xeno ad alta pressione riproducono lo spettro completo della luce del sole, compresi UV, luce visibile ed infrarossi. Possono fornire una simulazione più accurata, soprattutto se si eseguono prove sul cambiamento di colore e sulla fotostabilità.

I Filtri Daylight sono utilizzati per simulare l’esposizione alla luce solare diretta. I filtri Window-Glass sono utilizzati per riprodurre lo spettro della luce solare che passa attraverso il vetro di una finestra per test di fotostabilità indoor. Rientrano in questo primo gruppo le seguenti camere per test invecchiamento accelerato:

Camera Xenon per prove d’invecchiamento accelerato – BGD 862

Camera Xenon per prove d’invecchiamento accelerato – BGD 865

Camera Xenon per prove d’invecchiamento accelerato – BGD 866

Camera Xenon per prove d’invecchiamento accelerato – BGD 867

Camere UV o UV tester per prove d’invecchiamento accelerato

Le lampade UV consentono di riprodurre un ristretto intervallo di lunghezze d’onda dello spettro solare. A seconda dei diversi metodi richiesti vengono scelte lampade UV con lunghezze d’onda differenti. Questo perché ognuna produce energia di irraggiamento e onde con lunghezze d’onda diverse tra loro. Rientrano in questo secondo gruppo le seguenti camere per test invecchiamento accelerato:

Camera per prove d’invecchiamento accelerato a raggi UV – BGD 852

Camera per prove d’invecchiamento accelerato a raggi UV- BGD 855e856

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Camera per prove d’invecchiamento accelerato a raggi UV – BGD 852

Camera BGD 852 per prove d’invecchiamento accelerato a raggi UV da banco, di semplice utilizzo e dal costo contenuto.

Camera per prove d’invecchiamento accelerato a raggi UV- BGD 855e856

La BGD 855 e la BGD 856 sono camere d’invecchiamento accelerato da pavimento che utilizzano lampade fluorescenti a raggi UV.

Camera Xenon per prove d’invecchiamento accelerato – BGD 862

La BGD 862 è una camera per test di invecchiamento accelerato con lampada Xenon caratterizzata da grandi dimensioni della camera di prova, alta potenza della lampada e ampia superficie di esposizione all’irraggiamento.

Camera Xenon per prove d’invecchiamento accelerato – BGD 865

La BGD 865 è una piccola camera allo Xenon, molto semplice ed economica.

Camera Xenon per prove d’invecchiamento accelerato – BGD 866

 La camera BGD 866 ha le caratteristiche della BGD 865 ma in aggiunta ha anche il dispositivo per simulare la pioggia e l’umidità dell’ambiente.

Camera Xenon per prove d’invecchiamento accelerato – BGD 867

La camera BGD 867 B-SUN utilizza 3 lampade (di origine americana) e comprende sia il sistema di controllo per l’umidità che il generatore d’acqua pura.

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